Il leader di Rei (Rete Egida Italia), Paolo Gioacchini, analizza il momento di difficoltà del settore e guarda avanti, verso il futuro del gestore.

È notizia di questi giorni l’accordo siglato tra Rei e il concessionario Admiral Gaming Network. Paolo Gioacchini, leader di Rete Egida Italia, aggiunge qualcosa in più su questa partnership:
Il futuro è oltre l'ostacolo
“Ho sempre creduto che l’abilità più importante di qualsiasi imprenditore sia quella di capire come può evolvere il mercato in modo da coglierne le opportunità di sviluppo. Noi abbiamo provato a farlo, consapevoli del fatto che il nostro settore è particolarmente complesso. Per questo, nell’accordo siglato con Admiral Gaming Network, abbiamo tentato di prendere in considerazione diversi scenari rendendo sempre protagonista il gestore provvisto di determinate caratteristiche. Per noi, essere riusciti a raggiungere questa partnership è motivo di grande soddisfazione: un primario concessionario di Stato che persegue anche fini industriali e non solo finanziari ha riconosciuto il valore del network di Rei proprio accordandoci determinate garanzie”.

 

L’accordo arriva in un momento di particolare difficoltà per il gestore: cosa vede nel futuro delle imprese di gestione? Ci sarà ancora posto per questo tipo di imprese e di imprenditori?
“Il settore nel quale lavoriamo è molto delicato e differente da tutti gli altri, ma c’è un unico filo conduttore: il rischio d’impresa. In fondo, nessuna attività imprenditoriale è garantita. Oggi più che mai riuscire a rendere un’azienda profittevole è un impegno sicuramente arduo e, per questo, occorre adeguarsi ai cambiamenti, mutare organizzazione ed evolversi rispetto a quanto fatto negli ultimi anni. Ma è anche necessario pianificare le risorse e le attività, controllare i costi, sviluppare il proprio valore aziendale, sostenere il progresso, finalizzare le partnership più adeguate per la crescita del business e tanto altro. Naturalmente, quando si parla di futuro per il mondo delle imprese, specie per quelle di gestione, la politica gioca un ruolo assai rilevante. Ho sempre manifestato, pubblicamente, l’esigenza della mia azienda e di tante altre che operano in questo settore in maniera onesta di essere riconosciute per il proprio modo di lavorare anche da un punto di vista legislativo e giuridico. Potrei aggiungere molto anche sul perché sia giusto farlo e perché, invece, rimanga tutto immutato. Mi limito a dire che nei prossimi due anni sarà fondamentale il ruolo rivestito dalle associazioni di categoria. Per quanto mi riguarda, già diverso tempo ormai, sto cercando di dare il mio contributo partecipando attivamente al comitato di Presidenza di Assotrattenimento, associazione che ha saputo garantirsi un alto grado di credibilità e rispetto costruendo rapporti professionali di primo livello”.

Tra gli elementi di criticità del momento, come l’aumento del Preu, la nuova disciplina sui nulla osta e le future Awp da remoto, qual è l’ostacolo maggiore per la vostra attività?
Paolo Gioacchini“Questi fattori sono tutti grandi ostacoli. Alcuni, in particolare il blocco dei nulla osta, sono anche difficili da comprendere e altrettanto complessi da affrontare, ma, come mi è capitato più volte di dire in passato, l’impedimento più grande per un gestore è il gestore stesso. Mi rammarica molto doverlo ribadire, ma nel corso degli anni è stato lui a svilire la sua figura, il suo ruolo, il suo valore aziendale e la sua professionalità facendo concessioni eccessive agli esercenti. È inconcepibile ma lo ha sempre fatto. Pur avendo in mano un settore, nel tempo, non siamo riusciti a fare squadra e a guardare al domani attraverso partnership mirate sul piano commerciale e abbiamo finito per dividerci. Siamo arrivati persino a combatterci con offerte al ribasso finendo per indebolirci reciprocamente senza metterci nella condizione di investire. Quando invece occorreva farlo e, soprattutto, al di fuori del settore (associazioni, comunicazioni, donazioni, ricerche, sviluppo). Chi, come me, ha scelto questa strada è stato comunque sempre limitato per evitare il rischio di perdere clientela. Col rischio di ritrovarsi in una ‘guerra tra poveri’ a vantaggio esclusivamente degli esercenti e di coloro che vorrebbero i gestori fuori dalla filiera. È una situazione paradossale che rischia di lasciare pochi margini di sopravvivenza alle aziende del comparto e che, proprio per questo, si affidano a tecnologie che si collocano al di fuori del gioco lecito senza rendersi conto di creare ulteriori danni all’intera categoria. Una realtà caratterizzata da lavoratori onesti, professionali, dediti alla propria occupazione. Ed è su questi principi che ho espresso che si è costituita Rei”.

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