Non meno di 500 metri da scuole, chiese, banche e altri luoghi sensibili. Nei capoluoghi il 98% del terriorio sarà vietato ai giochi leciti. La categoria è sul piede di guerra.

Stretta su sale da gioco e videoslot. La Regione si prepara a varare un nuovo testo unico che tra distanze minime dai punti sensibili (come ad esempio le scuole) e orari rischia di mettere a repentaglio, è il grido d’allarme della categoria, circa 10.500 posti di lavoro in tutta le Marche. Oggi suddivisi in 40 aziende di gestione di apparecchi, 138 sale dedicate, 135 scale scommesse e 2231 esercizi come bar e tabacchi che ospitano giochi. La maggior parte di esse è potenzialmente a rischio di chiusura. Già perché il Testo unico regionale che norma la materia oltre a prevedere l’impossibilità di aprire entro i 500 metri di distanza (300 per i Comuni sotto i 5mila abitanti) da un luogo sensibile – menzionando università, scuole, chiese, banche o comunque bancomat, uffici postali e compro oro – stabilisce che anche le attività esistenti si devono adeguare entro il 31 dicembre 2019. E che i sindaci possono intervenire aggiungendo ulteriori luoghi. Uno studio sui capoluoghi di provincia delle Marche, commissionato da Assotrattenimento Confindustria e Sapar Confesercenti, rivela che al netto delle singole volontà dei sindaci già così rimarrà solo un 2% del territorio dove si potranno svolgere i giochi. Per chi ha sede nel restante 98% del territorio la strada è il trasferimento. O la chiusura definitiva. Ancona, per esempio, conta 121 locali con apparecchi attivi ma, in virtù del Testo Unico, se sarà approvato, appena il 2,19% del suo territorio potrà ospitare queste attività. Macerata è il capoluogo più penalizzato con l’1,64%, Pesaro quello più “generoso” con il 2,39%.

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Il Testo Unico nasce da quattro differenti proposte di legge rispettivamente targate Fratelli d’Italia, Udc, Pd e Movimento 5 Stelle. La Commissione Sanità ha dato poi il compito al consigliere regionale Luca Marconi (Udc) di lavorare a un documento condiviso che, ora licenziato, andrà al voto nel consiglio regionale di martedì 31 gennaio. La Regione conta di incassare oltre 1,2 milioni di euro messi a disposizione dallo Stato per combattere la ludopatia. «Il Testo unico – spiega Paolo Gioacchini, vicepresidente nazionale di Assotrattenimento e responsabile per le Marche – ha recepito alcune nostre battaglie su informazione, formazione e prevenzione ma con la Regione il confronto si è poi interrotto. Se parliamo di etica la discussione diverrebbe molto più ampia ma qui si cerca di negare l’esistenza del gioco. Che equivale chiudere gli occhi e lasciar giocare in un retrobottega o in una villa di lusso. Oppure online, tutti elementi sostanziali che non vanno ignorati. Il gioco va regolamentato seriamente. Da anni siamo molto attenti a contrastare il gioco illegale collaborando con le forze di polizia e segnalando prodotti o soggetti che lo praticano senza guardare ai minori o al problema della ludopatia». Oltre al timore per le attività e i posti di lavoro, le associazioni avvertono anche sul pericolo dell’aumento del gioco illegate. «Le nostre aziende – conclude Ilario Luzi, delegato Marche per Sapar Confesercenti – rischiano di essere azzerate se solo il 2% del territorio è idoneo a ospitarle. Orari e distanze non sono la soluzione al problema perché il giocatore può giocare online dentro una chiesa o in un banco di scuola. Queste misure sono palliativi».

Link all’articolo originale: http://www.anconatoday.it/cronaca/videoslot-legge-marche-proteste.html